Le scarpe “truckkate”

Qualche mese fa passò dalle nostre parti il Truck (camion, ndr) di un nostro vecchio amico. La Direttrice e io, anche perché in verità un poco attratte dallo stile di vita zingaresco a bordo di un container con le ruote, siamo andate a raggiungerlo nel parcheggio di un noto centro commerciale di Roma, dove, con la sua bottega ambulante, era intento a risuolare scarpe di ogni tipologia. In questa sorta di casa-laboratorio-mobile il buon uomo ci ha illustrato il mondo che c’è dietro alle mescole e ai battistrada, che, con nomi accattivanti e  aggrssivi (Panther, Jaguar o cose simili), sono caratterizzati da colori altrettanto prorompenti e grip e tacchettatura da ruspo e acchiappo su ogni tipo di substrato. Sull’onda del mio patologico istinto feticista, la Direttrice e io non abbiamo saputo resistere dal possedere una siffatta “sola” in Vibram,  non una qualsiasi ma quella accuratamente confezionata da colui che ha saputo trasformare l’umile (ma tuttavia rispettabilissimo) mestiere del ciabattino in un’arte magica fondata da una metodica e da una gestualità degni di uno yogi, in una pratica alternativa dai connotati new age che solo lui, il Willy Wonka della scarpa e del barefoot poteva realizzare: Corrado Giambalvo.

Ma veniamo a bomba. Dopo molti mesi, trovo il coraggio e l’occasione di sfoderare la famosa scarpa risuolata. Pare che io abbia colto il vero spirito del risuolaggio: infatti trattasi di una ciabatta per correre, di scarsa qualità modificata con l’arpionata suola in Vibram.

Il campo di prova è stato la Corri per il Verde nella splendida cornice di Tor Fiscale, che a mio avviso rappresenta, nel più complesso Parco degli Acquedotti, una delle aree verdi urbane più belle e affascinanti al mondo.

Devo dire che il risultato è stato eccellente! Certo, viste le condizioni atletiche generali, in cui versavo in giorno della corsa campestre, devo dire che le suddette scarpe hanno fatto miracoli e si sono ben difese tra i chiodi che con varie lunghezze hanno sferruzzato tra il malveto e il cicorieto del campo di gara, ottimamente misurato e delimitato con la supervisione e la manovalanza del Presidente e  della Direttrice, che a colpi di mazzetta hanno dovuto ripicchettare, assieme ai volontari della UISP, tutto il percorso per ben due volte, visto che nella notte qualcuno si è divertito a raderlo al suolo.

E qui apro una parentesi in merito alle prestazioni riportate dai rifondaroli.

Bambini e Ragazzi: Superlativi, come sempre, in tutte le categorie giovanili. Il settore senior master molto ben partecipato e le rispettive posizioni in classifica sono ancora da chiarire.

Comunque la folta partecipazione e anche la qualità fanno ben sperare sempre che ci sia un costante impegno anche nelle due prossime tappe a sorpresa che ci aspettano, in cui si spera vengano a cimentarsi alcuni assi della manica ancora sopiti (Walter, Boris, Maurizio…).

Per concludere il pezzo di oggi ho scelto il testo di un canto di lotta opportunamente modificato, che possa accendere gli animi e sollevare le masse rifondarole:

Fischia il vento e infuria la bufera, scarpe in vibram eppur bisogna andar, picchetti e mazzette su reppe e collinette, dove sorge il sol dell’avvenir…

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