Il Campo Estivo, Boateng, la piccola grande Marina e tuti l’ati sturiellett (A. Pazienza, 1977).

Solo un flusso di coscienza Joycessiano può sintetizzare, fornendo qualche flash emotivo, le intense giornate di sport, socialità, amicizia e impegno psico-fisico che si sono susseguite a partire dal 28 giugno fino al 3 luglio di questo finale di stagione sportiva, che a quanto pare, si sta prolungando nella piena calura estiva.

Innanzitutto il campo Estivo di Villetta Barrea, capitanato dalla Direttrice, supportata dal Lord Nulli, da Alice, da Gabriele e dalla sottoscritta, ha permesso ai verdoni di rp di scatenarsi tra le montagne appenniniche del Parco Nazionale D’Abruzzo al ritmo di “Bandiera Rossa”, canto di lotta che è diventato ormai l’inno del settore giovanile in trasferta estiva, grazie al trascinatore di masse Simone “mazza” Mazzarelli. E pensare che per anni ho provato a far ascoltare a mia figlia i canti di lotta, il punk, l’hard core ma solo il carisma di Simone ha potuto dove l’insistenza di tanti genitori nostalgici come me avevano fallito…

Tra scalate, pagaiate, corse, camminate, gare di orienteering e molto altro, i nostri giovani ci hanno letteralmente imposto dei ritmi elevati a cui noi istruttori abbiamo dovuto adattarci per arrivare sani e salvi all’ultimo giorno di campo, con staffettone finale e mega partitona di calcio con il coinvolgimento dei genitori, in cui, come potrete intuire, si è distinto in modo particolare, l’atleta-genitore-uomo marana- tuttofare Fabio “Boateng” Boattini. Ormai quello che caratterizza la nostra squadra è la polivalenza, perché ognuno, grande o piccolo che sia, fa un sacco di cose e passa con una certa versatilità da una disciplina all’altra, tipo dalla corsa all’arrampicata, dalle staffette al calcio, eccetera, eccetera.

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Degno di nota il recupero dei giochi popolari di strada proposti dal Presidente, che hanno entusiasmato i nostri giovani e fatto rivivere i vicoli del Borgo di Villetta Barrea.

Prima di passare al 3 luglio vorrei soffermarmi un secondo su un episodio che la sottoscritta, in preda ai fumi delle genzianelle del dopo pranzo finale ha vissuto prima di ripartire da Villetta Barrea, a testimonianza dello stato di “grazia” psico-fisico empatico a cui al termine del campo, era giunta.

Dovendo caricare i bagagli e i vari attrezzi sul pulmino della Direttrice, il cui livello di Entropia deve già essere attivamente mantenuto e controllato, ho rivissuto, nella quantità di materiale che andava stipata nel bagagliaio e vista l’impossibilità, in termini di metri cubi, di fare il miracolo e riuscire a infilarci tutto, l’incubo della “palta” teorizzata da Philip k. Dick in: “Ma gli Androidi sognano pecore elettriche?” che la notte precedente avevo finito di leggere. A quel punto ho cercato di fuggire lontano da li con una fantomatica corriera che forse mi avrebbe portato ad Avezzano, ma poi, grazie al puntuale intervento del “pignoletto” Lord Nulli e della capacità impilatoria della Direttrice che cominciava a perdere la pazienza di fronte alle mie allucinazioni mistiche, siamo riusciti a riportare tutto e tutti alla base.

In serata però, l’Italia perde ai rigori contro la Germania e il paese scende in un contemplativo silenzio.

3 luglio. Neanche faccio in tempo a tornare che parto, all’alba, per i monti Simbruini, per partecipare al Fast Trail, gara di corsa in montagna di 16 km. Lungo la strada devo fermarmi varie volte per fare rifornimento di caffeina. Alla fine giungo a Monte Livata dove mi attende il buon Peppe Scozzarella, mago dei Trail.

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1, 2, 3 VIA! Lungo il corridoio lungo cui sfilano i corridori, nel primo tratto di gara, la piccola Marina, atletina di RP giovanile, del gruppo dei più piccolini ma non meno forte e motivata, mi regala un bellissimo sorriso e un bel cinque che ricarica il cuore. All’arrivo dei 16 km, dopo aver corso nell’incantevole paesaggio carsico e dolinico dei Monti Simbruini è di nuovo lei a darmi lo sprint negli ultimi 50 m e arrivo ben 5° assoluta.

Peppe è terzo di categoria, un ottimo risultato vista la partecipazione di molti specialisti dei Trail.

Dopo una birra con Peppe, tornando a casa, penso di mettermi con le gambe sotto il tavolino e godermi un meritato riposo, ma non è finita. Corrado, in montagna con 30 persone, mi chiede supporto per acqua e chiavi della macchina e quindi, neanche arrivo che, zaino in spalla, risalgo il costone sud est di Monte Gennaro. Per fortuna li recupero a metà strada e faccio il mio lavoro di guida, che ormai da tanti anni non mi faccio, all’occasione, mancare. Poi, finalmente tutti a cena a Villa Villacolle. Sono ancora con l’adrenalina e la caffeina in circolo e tengo fino a tardi, il problema, mi dico, sarà domani, ma domani è un altro giorno.

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