La Regina d’Inverno

Domenica 18 si è corsa la 36ma Maratonina dei Tre Comuni (Castel S. Elia, Nepi e Civita Castellana, classifica da maratoneta.it). Scoprite dalle cronache a seguire  i rifondaroli che hanno partecipato.

Paola

“Un tempo, quando la tre comuni era la mia gara preferita, le salite, le discese e i pianori erano certamente impegnativi, ma che bei risultati! Ora invece… pane e fatica, pane e fatica… però arrivare con un tempo decente (rispetto alle mia attuali condizioni) è pur sempre una soddisfazione e forse questa regina d’inverno rimane davvero per me una delle corse più belle.

Con un clima ideale e graziata dalla pioggia i chilometri scorrono non proprio in un attimo ma alla fine il ventiduesimo/700 arriva puntuale e mi cimento pure in una volata (del tutto gratuita e inefficace) decisamente sbagliata perché parto troppo presto e a 100 m dall’arrivo le gambe e il fiato mi mandano a quel paese e vengo superata.

Scopro subito che questa volta non ci sono né caciotte né salami: dovrò farmi bastare il tradizionale piatto (a casa ne avrò ormai un servizio) e ringraziare per non essermi contratta, rotta o strappata. La distanza in oggetto quest’anno non l’avevo proprio quindi (alla livornese)… bona l’è!

A condividere il the caldo del rinfresco finale c’è Pierluca (ce ne scoliamo 3 o 4 bicchieri a testa), poi da casa, consultando le classifiche scopro che tra i rifondaroli ha corso anche Zed.

Durante il ritorno a casa, in macchina, sola soletta, con la colonna sonora di “Into the Wild” a palla, mi immergo nella campagna della “bassa Tuscia Laziale” (non saprei come chiamarla altrimenti) e mi perdo tra le verdi colline tufacee, incise da profonde forre e spallette boschive e sormontate da splendide querce spoglie, dalle affascinanti dicotomie formate dagli intrecci dei rami… però, che miracolo, queste endorfine!”

Pierluca

“Dopo la sòla del buon Fabio che mi lascia andare solo, mi metto di buona lena e parto per Castel Sant’Elia. Da lì quest’anno parte e arriva la TRE COMUNI con i suoi 22,3 km di strada provinciale che ripercorrono la vecchia Via Amerina passando per Nepi e Civita Castellana con un dislivello di circa 300 metri e una salita al 10% di circa 1,5 km. Arrivo, fa freddo, come al solito ma forse qualche grado in più del solito. Decido, dopo il ritiro del pettorale e del bellissimo e tradizionale piatto ricordo, di mettere pantaloncini e maglietta a maniche corte. La solitudine e il freddo alla fine mi fanno ripensare e metto anche una maglia a maniche lunghe sotto la mitica maglietta di RP. Telefono a Paola che è completamente inaffidabile ma, meravigliandomi, mi dice che è in viaggio. Arriva tardi, vola a prendere il pettorale, ma non riusciamo ad accordarci per partire assieme. Dopo dieci minuti di riscaldamento mi butto nella mischia e cerco la vipera berus (quella più grande, scura e velenosa) ma non la trovo. Avevo confidato su Fabio per farla piano ma lui non è venuto ma sono convinto comunque di partire piano. Incontro per fortuna Marco, un amico dell’Università, che è stupito di vedermi lì. Nota subito il nome della società e mi dice che conoscendo i miei trascorsi universitari non poteva essere diversamente. Ho provato a spiegargli che è stato un caso (fortuito) che io sia finito in RP. Comunque lui non ha particolari velleità per cui corriamo assieme e ci raccontiamo gli anni in cui non ci siamo visti, figli, lavoro, calcio e donne. Il paesaggio che fa di contorno alla gara è sempre bellissimo e affascinante; la gara vale solo per questo. Al decimo chilometro sento un doloretto al polpaccio destro che sale su fino al gluteo. Non forzo, continuo ad un ritmo blando, sopra a 5,10 in salita e sotto a 5 in discesa. Arriviamo sotto Civita Castellana in discesa e sul ponte sul Fiume Treja inizia la salitona. Noi continuiamo a tenere un ritmo costante ma poi quando siamo sopra, mentre continua a salire, e mancano circa 4 chilometri il doloretto aumenta e si fa sentire. Lascio andare il mio amico mentre fatico per non far partire il crampo, rallento e chiudo, faticando, a 1 e 56 circa. Mi metto ad aspettare Paola e scopro che mi sta aspettando lei…mi ha fregato di circa un minuto. Alla somarata della “Regina d’inverno” mi sono fatto battere da Paola. Io ero convinto che potesse stare su quello stesso ritmo (ho chiuso a 5,06 a km) per cui non avendola vista davanti pensavo giungesse da dietro e invece la vipera berus era appostata tra i primi. Pagherà per questo. Non mi ha rovinato la gara, non più dell’anomalo dolore, che resta sempre la gara in cui nel passato ho accompagnato un non vedente, ho preso tanto freddo, ho corso con tanti amici viterbesi. Magari l’anno prossimo ci saranno molti  rifondaroli (fortuiti).”

Selfie all'arrivo in preda alle visioni
Selfie all’arrivo in preda alle visioni

Un commento su “La Regina d’Inverno”

  1. Caro Pierluca, qualche anno fa ti irrisi all’ultimo km di una roma-ostia e già da allora te la legasti al dito… ricordi?

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