La forza di un ideale

A pugno chiuso.

Sul Monte Tancia, nella Corsa del Partigiano, con il groppo in gola e le lacrime agli occhi. Questo bellissimo luogo situato sui Monti Sabini fu teatro di un orribile fatto durante la fine della II Guerra Mondiale:  un gruppo di giovani Partigiani fu braccato e trucidato dai Nazifascisti e successivamente, a seguito di rappresaglie, furono barbaramente uccisi numerosi civili tra cui donne e bambini, abitanti di quei territori non lontano dalla capitale. Ogni anno, da 36 anni a questa parte, l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) organizza e presiede la Corsa del Partigiano, che si snoda per 13,5 Km in salita, da Poggio Mirteto fino a Osteria di Tancia, luogo dell’evento, tragico, ma significativo nella storia della Resistenza Italiana.

Poi ancora alla Farnesina… Trofeo Liberazione, con i compagni di squadra, giovani e meno giovani (ma non per questo privi di quella bella dose di follia), salti, lanci, corse e grida liberatorie dello spirito ci fanno uscire fuori dal recinto del campo, oltre e ancora oltre, nelle montagne della Resistenza, dove solo settanta anni fa, donne, uomini, ragazzi poco più che bambini hanno dato la loro vita per una parola: Libertà.

E poi di nuovo la mattina del 25 aprile, Corri per la Liberazione di Morlupo, 13 Km di saliscendi, di nuovo immersa nel mare verde della Sabina, dove qualcuno ha ancora l’ardire di ricordare, di commemorare, di pronunciare la parola “Liberazione” a pieno titolo, con la consapevolezza di essere il risultato di quella storia, di quei fatti, di quei sacrifici.

3 gare in meno di 36 ore.

Il momento più faticoso? Il 1000 in pista.

La vittoria più bella? La Medaglia di Ruben, terzo al giavellotto.

La cosa più divertente? Gli aneddoti del presidente.

I momenti più entusiasmanti? I ragazzi e i compagni che danno tutto nelle proprie gare, con i magnifici exploit dei fratelli Dalton, del Tudino e del Boattini, buttati nella mischia come veri Partigiani!

La gara più spettacolare? Il 3000 di Lord Nulli a notte fatta, con l’inconfondibile ed elegante falcata di chi in pista la sa lunga.

L’elemento più costante? Il campo battuto palmo a palmo dalla Direttrice h24.

Il pericolo più grande? Rischiare di essere infilzata da un giavellotto.
Il premio più bello? La tessera onoraria di socio dell’ANPI ricevuta dalla Sezione ANPI di Poggio Mirteto a fine gara!

Insomma una due giorni per  festeggiare degnamente la Liberazione, una parola, un ideale, una radice nel profondo che,  in mezzo a tante incertezze ti da forza , energia ed un pizzico di follia…

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