Tutti gli articoli di Paola Paolessi

Paola Paolessi, detta “La Secca” o “Vipera berus” è una cittadina del mondo. Nata e cresciuta nelle borgate romane ha fondato e suonato nel gruppo dei Floema, band punkrockblues psichedelica. Laureata in Scienze naturali e podista di buona lena, ha svolto alcuni tra i mestieri più belli tra cui la Guida Ambientale Escursionistica, il Guardiaparco, la Naturalista, l’Insegnante, l’Istruttrice di Atletica Leggera. E’ la mamma di Lara.

Dune de Sables

Ovvero diario di s-correrie francesi di una vipera berus.
Per ques’anno anziché riportare solo la cronaca della gara di viaggio ho pensato di scrivere una sorta di diario, raccontando alcune delle più belle corse fatte mentre con la mia famiglia ho girato la Francia in lungo e in largo, facendo di corsa un forfait di circa 300 km senza contare i km camminati solo a fini turistici ed esplorativi.
(Anzi, in questa sede vorrei lanciare una proposta: perché non mandare a questo sito le cronache delle nostre corse più belle, non solo gare ma anche allenamenti, magari descrivendo un minimo l’itinerario in modo da poter dare agli altri indicazioni su nuovi posti in cui correre nelle varie parti del mondo?)
Dopo aver corso ogni giorno e in ogni dove, dagli argini della Senna al Bois de Boulogne di Parigi, da Euro Disney alle maree di Mont Saint Michel, intorno ai Castelli e su gli argini della Loira, lungo i canali e le chiuse del Cher, tra i floridi vigneti dell’Alsazia e fra le ventose coste della Bretagna, con il sottofondo degli echi delle cornamuse, non poteva mancare, in Francia, la gara sulla costa atlantica.
Premesso che in viaggio metto a dura prova la pazienza dei miei familiari nel tollerare la mia compulsione vacanziera, non solo in merito agli allenamenti giornalieri che comunque riusciamo a incastrare bene con i ritmi di sonno e veglia e con le varie attività previste nella tabella di marcia, ma per quanto riguarda la mia fissa di non perdermi nulla dei posti dove arriviamo… ad esempio mi riempio immancabilmente le tasche di sassi, raccolgo “cacchietti” e campioni di piante rischiando di fare figuracce in giardini e riserve, raccatto penne, piume e conchiglie infilandole in ogni buco della macchina e utilizzando per contenitori bicchieri di carta usati, lattine e pedalini sporchi. Tutte le mattine stendo il bucato sulla cappelliera, per non parlare dei libri, cartine, brossure, biglietti di musei, bus, parchimetri, opuscoli e depliant che mi accatto nelle lingue più strane e conservo in giganteschi taccuini da viaggio. Quest’anno ho perfino coltivato due vasi in macchina con esemplari di Sedum e di Buddleia raccolti en passant. Insomma la macchina si è trasformata in una serra dal clima subtropicale, strapiena e inzeppata in modo tale da far rabbrividire anche la direttrice e il suo pulmino factotum!
Ma veniamo alla gara di domenica 9 agosto. Costringendo Lara e Corrado a una levataccia, in una mattina piovosa, senza alcuno spiraglio di sole, raggiungiamo con la nostra auto Berlingo così agghindata, la costa atlantica, più precisamente l’Ile d’Oleron, a Nord della Gironda, dove si svolge la gara, il Trail des Baignassoutes (il nome é tutto un programma). Giunti al ritrovo, la famiglia dei corridori presente all’evento (uguale in tutto il mondo) gironzola e comincia con calma il riscaldamento. Passo ritirare il pettorale e ho il numero 20. Alla partenza siamo circa 300 atleti, parecchie sono donne. Alle 9,30 puntuale, la gara inizia. Prima passiamo per il paesino di Saint Troyan Les Bain, dove la gente ci incoraggia con il tipico alee alee. Poi comincia il trail vero e proprio, dapprima tra le vecchie dune nella macchia e nel bosco costiero, così simile alla nostra vegetazione mediterranea presente a Castel Fusano. Poi il fondo diventa sabbioso e ci portiamo sulla spiaggia e sul bagnasciuga e qui la corsa é più difficile, bisogna cercare l’appoggio migliore. 12 km sono lunghi ma mantengo un ritmo accettabile per le mie condizioni attuali. Mantengo grosso modo la posizione di partenza e mi illudo, all’arrivo di essere tra le prime 10. Mi sembra giá un buon risultato, vista la corposa partecipazione femminile. Invece devo accontentarmi del 13 posto, niente podi e neanche caciotte e bona l’é, dispiacendomi di non poter portare rp sul palco ma… ok anzi voilà, les jeux sont faites!
Ora descriverò brevemente altre mie corse francesi consigliabili a chi è in cerca di percorsi immersi in paesaggi o contesti particolari.

1 agosto, Parigi.

Da Asnieres sur la Saine, nella periferia di Parigi, lungo la Senna, fino alla Defense, quartiere ultra moderno con grattacieli e palazzi futuribili che riflettono la luce in modo spettacolare. Ci si può correre in mezzo, lungo i passaggi pedonali indicati. Il ritorno può essere fatto passando sulle isolette (Ile de Puteaux ha addirittura un campo sportivo con tanto di pista di atletica). Allungando il percorso si può arrivare al Bois de Boulogne, un enorme parco provvisto di diversi sentieri. Attenzione a non perdersi!

3 agosto, Mont San Michel

Quale corsa è più entusiasmante di una sfida di velocità con il mare che, come un cavallo al galoppo, avanza verso la terra ferma?
Lungo il pontile di collegamento tra il celebre monastero sull’Atlantico con la terraferma durante le maree più alte in Europa, è possibile correre e contemporaneamente ammirare le secche o i picchi di marea.

5 agosto, Saint Vincent sur l’Oust

In questi luoghi, al confine tra Bretagna e Loira, si può correre lungo i canali con le chiuse e i fiumi che formano una rete idrica navigabile. Percorsi eccezionali, pianeggianti, in terra battuta o brecciolino, ideale per lunghi.

10 agosto, Dune du Pyla (o du pilat)

Si tratta della duna sabbiosa più alta d’Europa. Una volta giunti sul crinale è possibile correre lungo la cresta e dopo giù verso l’oceano. Il problema poi è risalire!

11 agosto, Strada per il Col de Tourmalet, Pirenei

Da Bareges verso il celebre passo che ha fatto la storia del Tour de France e del ciclismo mondiale. Si può arrivare fino al Tournabop presso gli impianti di risalita e ritorno, oppure se si dispone di una auto ammiraglia per il recupero è possibile arrivare fino al colle (circa 12 km e 700 m di dislivello). Il bello è che lungo il percorso vieni incitato dalla processione di ciclisti in pellegrinaggio al colle.
Volendo da Bareges si può tentare un lungo di 25 km a Lourdes. Il percorso è in lieve discesa tranne per alcuni tratti più ripidi. Prestare attenzione alle auto visto che qua non ci sono piste ciclabili.

Trail de n’importe où.

Into the wild

Settimana di immersione nella natura degli Appennini. Prima, il bellissimo campo estivo trascorso con i ragazzi del gruppo giovanile di Rifondazione Podistica che quest’anno si è svolto al Parco Nazionale d’Abruzzo, di cui a breve sarà dato spazio con parole e immagini.
Per ora mi va di accennare solo ad alcune delle tante imprese svolte a Villetta Barrea e sui sentieri del Parco, come la memorabile quanto impegnativa escursione in Val di Rose, nel cuore del Parco Nazionale, l’escursione in canoa nel lago di Barrea e la gara di orienteering in notturna nel centro storico di Villetta Barrea, nonché la micidiale staffettona finale, in cui figli e genitori prendono parte a una sfida che li vede più che mai protagonisti, anzi sarebbe meglio dire “agonisti”, secondo una tradizione ormai più che decennale.
In ognuna di queste attività i ragazzi hanno dimostrato un vero spirito di avventura. Ogni volta ci fanno capire quanto è importante per noi istruttori mantenerci più possibile giovani e in forma per poter stare al passo con i loro ritmi!
Comunque al ritorno dal campo mi aspetta il Trail dei Monti Simbruini (classifica da M.Moretti), nell’omonimo parco regionale, che lo scorso anno mi aveva vista seconda nel fast trail di 13 km. Quest’anno la mia impresa è stata piuttosto scialba ma mi ha permesso di prolungare di un giorno il contatto con l’alta montagna. Anche se devo dire che non è certo il contatto con la natura che mi manca ma forse il rischio di sviluppare una fobia sociale verso gli adulti della specie homo sapiens! Comunque a piccole dosi ci si riabitua a tutto!
Anche Lara si è cimentata con il Baby trail, ma, alla mia proposta di fare a fine gara una sgambatina sul Monte Autore mi ha minacciato di chiamare il telefono azzurro!!!!

img-20150705-wa0002 img-20150705-wa0003

Hasta l’oju

C’è crisi. Anche i primi di categoria non sono più premiati come una volta, ma tant’è.
Eppure la fatica è quella di sempre e il panem et ascensibus non manca mai qui nella Sabina romana.
Quest’anno però è mancato l’olio per condire il buon pane abbrustolito, altresì detto “bruschetta” a causa di un clima che ha favorito alcune fitopatologie nell’olivo e la maturazione del frutto non è andata a buon fine.
Marcite e infestate dalla mosca olearia le olive da cui viene estratto il pregiatissimo oro dei sabini all’epoca della raccolta giacevano sfinite a terra, sotto le povere fronde minacciate da tante altre fitopatologie, spettri degli agronomi di tutta Italia, con cui non voglio certo affliggervi in questa sede.
Perciò, anche ringalluzzita dal messaggio dell’ultima ora di Lord Nulli, che decideva di ripiegare su una gara locale in vece di un ordinario allenamento, snobbai sia la gara serale romana detta Corri Roma, sia il trail del Monte Gennaro con partenza sotto casa, summa somarata di 20 km, per volgermi alla maratonina delle Terme di Cretone (classifica da M. Moretti), dove una discreta sgambata di 10 km senza un metro di pianura dava ampi spazi di speranza per quanto riguarda un eventuale premio in olio.
C’è da dire che un tempo, se mi permettevo di ritornare a casa con l’olio come vincita, i miei mi sbattevano la porta in faccia, considerata la nostra produzione stagionale riserva oro di olio extravergine docgigpeccc biologico, ma data la suddetta carestia, ormai vengo praticamente sguinzagliata dai familiari nelle gare podistiche della Sabina o della Tuscia in cerca del pregiatissimo oro sabino.
Senza troppo tergiversare, alla partenza Alessandro e io ci mettiamo subito in mente di partire tra i primi. Comunque mentre il gruppo di testa scompare tra i tornanti che portano su al paese, io comincio il mio lento lavoro di recupero da Vipera berus che raggiunge il suo culmine al termine del secondo giro quando avvisto Piera S. che sicuramente le corridrici di lunga lena riconosceranno come una delle più avvelenate avversarie del running laziale. Lei è scaltrissima e quando mi vede con la coda dell’occhio, a 400 m dall’arrivo, aumenta quel tanto da lasciarmi dietro. Comunque sono soddisfatta. 1° di Cat.
Al ritiro dei premi, a imbuto (cioè senza palco ma a ritiro diretto) avvisto la boccia di olio, ma mi rifilano un big pack (grande pacco in tutti i sensi) di… tonno!
La fatica della corsa era niente in confronto alla trattativa che, “bona pemmè”, si è conclusa con la permuta del big pack di tonno in boccia di olio!!!
Lord Alessandro, nonostante la nobile andatura, ma reduce da una partita di calcetto che mal si associa alle attitudini di un atleta dall’incedere tanto delicato e raffinato, si è dovuto accontentare di un 5° di cat..
Sicuramente nauseato e fattosi da parte per il mio volgare mercanteggiare tra tonno, olio e salamelle, ha poi accettato signorilmente di farsi fotografare con la sottoscritta.
Alla prossima avventura.

Storie di donne e di uomini

Mattina di domenica. Chi si alza per andare ad arrampicare e smanetta su corde e imbraghi, chi per andare a correre. Nostra figlia minaccia di chiamare il telefono azzurro e rimane a letto.
Ieri è stata una giornata campale, splendida ma impegnativa. La gara di Orienteering finale a Villa Ada, a conclusione di un anno di atletica leggera con bambini, ragazzi e genitori di rp ha avuto la sua degna apoteosi nella meravigliosa cornice di quella Villa di Roma a noi tanto cara, tra boschi di lecci e allori, pinete Genius Locii e colline di tufo, dove le praterie degradano dolcemente lasciando il campo a forre e canyon (ma siamo a Roma?). Il tutto alle pendici del mitico Monte Antenne, dove visse il popolo degli Antemnati, a cui, non so esattamente perché, mi sento in qualche modo legata ancestralmente.
La mattina presto di sabato do una mano a Gabriele a sistemare le lanterne. Il nostro Presidente conosce Villa Ada come le sue tasche e con la mountain bike in breve allestiamo un lungo percorso di gara.
Al laghetto Eleonora, Chiara, Donato, Alessandro, Enzo (il maestro), Marco e Peppe accolgono i Rifondaroli, fanno le squadre e presto le gare hanno inizio. I bambini sono scatenati, ragazzi e genitori non ne parliamo. Tutti si immergono nel verde e nei sentieri della Villa, mentre i più piccoli si cimentano nel mini orienteering intorno al laghetto. Poi corse e staffette finali, che non possono mai mancare. Alla fine di queste attività vissute con partecipazione ed entusiasmo da parte di tutti, anche condite da un pizzico di avventura, ci sono le medaglie e la preziosa striscia di Andy War, un famosissimo e affermatissimo fumettista romano, (raccomando a tutti di farla autografare al più presto, io lo farò di certo). Infine brindiamo tutti insieme e ci salutiamo per ritrovarci con molti a luglio al campo estivo di Villetta Barrea.
Dopo che tutti se ne sono andati, mi rilasso ripercorrendo in mbt la Villa per rimuovere le lanterne e poi mi faccio una bella corsa in solitaria con qualche goccia di pioggia. La giornata è andata bene ma domani… che fare? Andare a caccia di salamelle e caciotte sui saliscendi di Rignano flaminio al seguito del dott. Lord Nulli o cimentarsi nella vicina gara semipianeggiante di Fontenuova, detta Maratonina delle Rose con uguale mc (mazzo così), minor chances di vittoria e rischio di prendere sonore bastonate?
Ma torniamo a domenica mattina. Al risveglio gli occhi non si scollano. Dopo una serie di rapide riflessioni anche avvalorate dalla partenza anticipata di Lord Nulli, decido di andare a Fontenuova dove, in un contesto semi urbano rurale dell’interland romano, le rose abbelliscono i giardinetti delle casette costruite disordinatamente attorno alla via Palombarese. C’è un ulteriore abbellimento. Il Sindaco di Fontenuova è un bel ragazzo ed è il veterinario del posto, due qualità rare negli amministratori della nostra regione.
Prima della partenza ho diversi colloqui con varie atlete con le quali condivido una certa età… loro mi raccontano le loro storie in mezzo alla confusione della partenza.
La prima si lamenta perché ieri ha lavorato un sacco ed è cotta (la conosco bene, lo dice sempre), la seconda perché ha avuto una giornata pesantissima e non ha dormito la notte, la terza invece è contenta perché ha ottenuto lo scivolo pensionistico… io, che a momenti non mi ricordo neanche come mi chiamo per quanto sono cotta, dico che ieri ho fatto la gara di orienteering, ma non frega niente a nessuno.
Partenza. Da rapida calcolatrice mi metto a una risparmiosa velocità di crociera, quanto basta per fare il vuoto delle mie coetanee tardone e vincere la categoria. Vipera berus… quale nomignolo più azzeccato?
Purtroppo non vengo premiata dal Sindaco che nel frattempo se ne è andato ma dal tizio che vedete in foto e incasso pure la salamella.
Ora sono proprio svuotata… provo a tornare alla macchina ma devo pagare il pegno di ascoltare la storia di un tizio corridore che non so perché ma mi blocca e mi racconta la storia di tutta la su vida. Questo è peggio di me, sono allibita, non riesco a sganciarmi, ho paura che mi segua anche in macchina… ma che popolo assurdo ‘sti corridori! Alla fine taglio corto, risalgo in macchina e mi avvio verso Palombaretta tonna tonna che chi se ne va’ prima o poi ritorna!

Sul podio con l'occhio a mezz'asta
Sul podio con l’occhio a mezz’asta

Il Trofeo Multiuso

La Vipera berus legnata in casa propria. La Scarpettata (giunta alla 34° edizione, N.d.R.) è una manifestazione organizzata a Marcellina, una corsa podistica amatoriale ma più che altro una giornata dedicata alla famiglia, alla natura e alla salute. Il tutto nel Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili con il suo incanto paesaggistico e i suoi ottimi prodotti genuini. Vi sono due percorsi: il percorso storico, di circa 7 km, che è quello che parte da Marcellina (sede della Protezione Civile in via San Polo dei Cavalieri) ed arriva a Prato Favale e quello più lungo, di circa 10 km, amato dai più “tosti” che, partendo sempre dallo stesso punto, passa per il comune medievale di San Polo dei Cavalieri e termina a Prato Favale. Io ovviamente li faccio entrambi… il secondo in salita e il primo in discesa.
Per farla breve, si parte alla spicciolata, ognuno con il proprio cronometro e all’arrivo di una decina di km di mulattiere e strade di montagna c’è Prato Favale, dove sono posizionale le bancarelle che offrono cibarie e bevande.
Come potete immaginare non c’è un vero e proprio arrivo e gli atleti o quello che ne resta arrivano in maniera anonima. Non abbiamo il pettorale ma una sorta di cartellino. Vado da una tipa che mi sembra dell’organizzazione per dichiarare il tempo impiegato ma a lei non può fregare di meno. Mi dice che la manifestazione è non competitiva e che verranno premiati solo i gruppi giunti all’arrivo più numerosi. Io ovviamente comincio a infastidire gli organizzatori con inutili e oziose polemiche. Penso di avere l’aterosclerosi, ormai. Decido di tornarmene alla macchina di corsa, facendo il percorso storico in discesa. Mi porto dietro, sotto l’ascella un prezioso cimelio che mi viene dato a ricordo della manifestazione, un pregevole oggetto frutto dell’artigianato locale. E’ un oggetto misterioso. Posso dirvi che non si tratta di una slitta in quanto in discesa già l’ho provato mettendomelo sotto al sedere nei tratti più ripidi ma non va…. Provate ora voi a indovinare di che cosa si tratta???

Viperosauro Berus
Viperosauro Berus

Qualcuno volò sul nido della Secca

La nostra Paoletta, altrove chiamata La Secca, o Vipera Berus, dovrebbe fregiarsi anche del nomignolo di Wonder Woman (leggete il suo articolo e capirete perché). E’ inoltre la prima ad utilizzare il nuovo sistema di collaborazione, complimenti!

Continua la lettura di Qualcuno volò sul nido della Secca

Roberta per i Bambini

Paola, assieme a tanti altri di RP, ha corso la Run4Children (a breve classifica), 12 bei km di cross nella Riserva dell’Aniene, il giorno della festa della Mamma. Ascoltiamo le sue riflessioni.

Continua la lettura di Roberta per i Bambini

Staffette a Passo Corese

Nella manifestazione di Passo Corese, RP schiera ben tre squadre, maschile e femminile nella 4×400 e maschile nella 4×100.

Qui di seguito le cronache di Paola, di Fabio e le classifiche e le foto dei baldanzosi partecipanti.

Continua la lettura di Staffette a Passo Corese

Due Cuori Comuni

Parafrasando il Boss (Bruce Springsteeen), due cuori in salita e contro vento farebbero davvero comodo. Questo ho pensato all’ultimo Km di una 10 km disputatasi nei pressi di Guidonia, dove si è svolta l’alternativa alla Appia Run, cioè la prima edizione della “Corri i due Comuni” (classifica da maratoneta.it), in cui mi sono tirata il collo per riacciuffare qualche posizione prima dell’arrivo. Tentativo fallito, nonostante l’apprezzatissimo supporto di Daniele, che mi ha sostenuta e incoraggiata fino alla fine. Fa piacere vedere che nonostante sia passato ad un’altra società sia tornato indietro a darmi una mano. E un bel gesto fa sempre bene al cuore.

Rebibbia ed Oltre

Tra Frascati e Rebibbia si snoda il criterium rifondarolo con la nostra frontwoman Paola addirittura immortalata dalla TV di stato (il video ci è stato segnalato da Angelo). Qui di seguito una commovente cronaca della nostra.

Continua la lettura di Rebibbia ed Oltre