Boohclassic?

Innanzitutto buon anno. Poi, la prima cronaca. Da qualche anno la vipera partecipa (e costringe la figlia a partecipare) alla famosa corsa podistica di San Silvestro a Bolzano, conosciuta come Boclassic. Devo dire che sotto alcuni aspetti questo evento è decisamente funzionale a un vero bagno di umità, cioè, se uno prima pensava di essere una pippa, dopo questa gara, de ppiù. Detto questo, molte sono le cose che rendono questa manifestazione accattivante e meritevole di una partecipazione. Per una compulsiva quale sono ormai è una tappa fissa, da cui poi proseguire per la Val Pusteria, dove spero  di riuscire a fare wash out dalla corsa e cambiare sport (sci nordico) per una settimana. Il risultato? Doppia seduta combinata sci nordico-corsa per poi tornare a casa e al lavoro più cotta che mai. Ma torniamo alla Boclassic. C’è prima una non competitiva, detta charity run a cui partecipano in pochi. Segue la gara amatoriale, poi le categorie giovanili e, infine, le Elite, i campioni mondiali che si esibiscono tra le vetrine delle boutique di Bolzano e le bancarelle dei mercatini di Natale. Ogni giro, tra i vicoli e i viali del capoluogo altoatesino, è pari a 1,250 km da ripetersi più volte. Immaginatevi i doppiaggi! Gli Elite ci impiegano un tempo ridottissimo e ti sbattono in faccia tutta la tua lentezza. Comunque un freddo becco rende necessario correre già con il vestito del veglione, cioè in lungo, cappello, se non passamontagna, doppio guanto, manicotto (vero accessorio del corridore elegante stile Boris)  e maglia termica. Una nota in merito all’organizzazione: ineccepibile. Bagni sempre lustri che ti fan domandare se questi nordici fanno la cacca come noi. Lo spogliatoio, dove hai l’occasione di cambiarti con le atlete etiopi, vere antilopi e gazzelle, perfetto. Pacco gara ricchissimo, con tanto di maglia da maschio o da femmina e con la giusta taglia che puoi scegliere. Negli spogliatoi c’è cordialità, ci si sorride (o sono smorfie di freddo?) e ci si saluta. Quest’anno ho conosciuto Lucia, atleta di Vicenza, che se dovesse leggere questa cronaca, saluto con affetto.

Ma veniamo ai dettagli tecnici. Il percorso è, come già detto, un anello di 1,250 km, nervoso, con curve tra i palazzi del centro di Bolzano, con lievi falsipiani e fondo in asfalto e in sampietrini, da ripetersi per 4 volte. La parte più dura della gara è il riscaldamento, che in questo caso è solo un modo di dire, dato che per quanto corri non riuscirai mai e poi mai a scaldarti e visto che di solito siamo a -4, se va bene. Quest’anno, un poco di sole che tende velocemente a sparire dietro le montagne, ci regala qualche grado in più, ma tanto che importa? Al via non senti più niente, anzi il fatto di essere sull’orlo del congelamento ti anestetizza il cervello: sono 5 km in apnea, quasi indolori . Sento gli altoatesini  ai lati della strada che fanno il tifo: op, op, op! Sono di certo la più terrona dei partecipanti, neanche un toscano o un marchigiano. Completo comunque la mia gara sotto i 25 minuti. Poi tocca a Lara. Incavolata per il freddo e la levataccia e imbacuccata dalla testa ai piedi si butta tra la mischia e alla fine porta anche lei al traguardo i colori rifondaroli.

Proseguiamo il nostro viaggio verso la Val Pusteria. E’ tutto così graziosamente verde, con le piste innevate artificialmente, come strade bianche tra i prati dalle graminacee ingiallite. I boschi di abeti e larici invitano a rotolartici in mezzo, tra i cespugli di mirtilli, gli aghi di larice e il soffice muschio. Mentre corro lungo i sentieri penso che sarebbe bello organizzare una trasferta societaria quassù, intanto il lago ghiacciato mi scricchiola sotto i piedi e rischio di caderci dentro… qui nella natura ritrovo me stessa e i cronometri, le categorie e le posizioni lasciano il tempo che trovano come è giusto che sia.

A un certo punto mi aspetto quasi di incontrare gnomi e folletti, durante le mie uscite di corsa e di sci di fondo. Di cose insolite qui se ne vedono tante e ogni uscita è una scoperta, un incontro, un qualcosa che incuriosisce. Anche i depuratori sembrano disegnati dagli architetti, per non parlare dei bagni chimici, gioia e orrore di ogni corridore che si rispetti. Ad esempio, alla fine della seduta di sci di questo pomeriggio ho visto una struttura prefabbricata con sopra questi simboli (vedi foto qui sotto): chi di voi sa dirmi di cosa si tratta?

Glῢckliches neues Jahr an alle Laufenden Refoundina!