Fatti, pensieri, parole (troppe) dalla Corsa di Miguel

Io sono il freddo

Mattina di gennaio. E’ giunta anche la domenica di Miguel. Ci ritroviamo al deposito borse, spaventati all’idea di metterci  in pantaloncini. Fa freddo. Questo freddo che quest’anno non accenna a finire. Un freddo che ti entra nelle ossa. Quando ti senti giù ti entra pure nell’anima o, come nella fiaba della regina delle nevi,  quella scheggia di ghiaccio ti si infila nel cuore e ti fa un male cane. Comincia il riscaldamento pre gara ma questo mio piccolo motore, questo cinquantino, questo metabolismo da sorcio che mi ritrovo fatica a carburare e il calore non arriva. Allora dico a me stessa: il freddo è solo una proiezione mentale, posso gestirlo, perché io sono il freddo, il freddo è in me,  io sono parte di esso. Come per magia non sento più niente e la gara comincia.

Pierluke Skywalker: che la forza sia con te… e con il tuo spirito!

Mi infilo nella prima onda di partenza subito in coda ai top runner (che vergogna, alla Vipera berus non potevano dare un pettorale così alto, ma ho saputo rimediare), in compagnia di Pierluke. Proviamo a correre assieme, allo stesso ritmo ma entrambi non ci diamo due lire, uscendo lui da un infortunio e io da 5 gare in meno di 30 giorni. Però già dal primo chilometro gli dico: le gambe ci sono. Ci assestiamo , inaspettatamente su un ritmo che non è il nostro, decisamente più veloce e ci diciamo: quanto reggeremo? Io rispondo: Pierlu’ finchè dura fa verdura.

Il sole di mezzanotte

La scimmia arriva al 5° km o giù di lì. Non è un gorilla o un orango ma pur sempre un bel gibbone. Pierluca mi dice che quest’estate farà la mezza maratona a Rejkyavik, con partenza a mezzanotte, alla luce del sole, lo so che lo fa per distrarmi ma sono concentrata e teniamo l’andatura in modo naturale, senza paura.

John Save the Queen

Ma ecco che alcuni compagni di squadra, dalle retrovie (a parte i top partiti davanti), cominciano a farsi sotto.  Qualcuno prova anche a superarci e ci riesce, ma altri grippano miseramente, vedi  quel nerd di Mr. Pumpkin che prima ci svernicia, poi rimane lì a 30 metri…  L’ottimo Nanni Salvatori, pure lui uscente da infortuni e acciacchi vari, prova a stare con noi, ma poi ci molla al 7° Km. Ma tanto, mi dico, Giovanni, ero lanciata ormai a chiudere in 45 e rotti e probabilmente non ti avrei aspettato, ma grazie per quei momenti di gioia e il sostegno morale che ci hai regalato ( e la soddisfazione per averti legnato!!!!!!).

Fioriture precoci

All’arrivo, nello Stadio Olimpico, ci ritroviamo tutti, compresi i compagni della Strarazzismo. La tensione si allenta, non fa più tanto freddo. Arrivano tutti,  a gruppi o singoli. Arriva La bellissima Valentina, la tostissima Ambra, la dolcissima Camilla, la meravigliosa Alice, la coriacea Direttrice. Arriva Fabio Boattini e Angelo Solimini, arrivano i Guerra?  (in realtà vediamo solo Andy perché gli altri due sono troppo veloci),  arriva Marcella , i Nulli e Scozzarella. Arrivano proprio tutti, bambini e ragazzi, che poi, si riversano nel prato verde dello Stadio dei Marmi Pietro Mennea a giocare a Rugby. Sono bellissimi da vedere, altro che derby!

Ripenso ai discorsi fatti alla partenza con Camilla che esce dall’influenza e mi dice che sta riprendendo con grande fatica. Le dico la mia opinione, e in effetti lo dico anche a me stessa. Sono convinta che, per quanto freddo può fare, cara Camilla, quest’inverno, come ogni anno, cadesse il cielo, tu aprirai la finestra e sentirai l’odore della primavera. Allora ti sentirai bene, piena di energie.  E non tarderà ad arrivare ‘sta primavera. Verso la fine di febbraio, se vai nel bosco troverai già il croco (Crocus neapolitanus) e la scilla (Scilla bifolia), l’anemone (Hepatica nobilis) e il bucaneve (Galanthus nivalis) in fiore. Li vedrai spuntare tra la neve. Come loro anche noi non siamo altro che fioriture precoci.

Per te, poeta

Con afflato poetico il professor Lucidi si rivolge ai compagni di squadra alla vigilia della Corsa di Miguel:

Per te atleta, che ci racconti in tempo reale di ogni tua gara e che se impieghi 6 ore a correre una maratona, ne impieghi 9 a raccontarla, per te che ogni volta c’hai una sindrome tendinea nuova e più difficile da pronunciare.

Per te atleta che “questa settimana non mi sono potuto allenare” e poi in gara “chissà come mai, stranissimo oggi mi sentivo proprio bene”.

Per te che non capisci come gli va di smazzarsi senza senso a tutti quelli che vanno più forte, e non  capisci perché cavolo non si allenano abbastanza tutti quelli che vanno più piano.

Per te atleta, egocentrico, egosintonico e monotematico io dico: ragazzi divertitevi, appena posso torno e vi rompo il c*l.

Sabato 28 gennaio

Sabato 28 GENNAIO ci sarà la premiazione della Corri per il Verde 2016 presso l’impianto sportivo Fulvio Bernardini in Via dell’Acqua Marcia 51 (Pietralata).

Anche quest’anno la nostra partecipazione alle Corri per il Verde è stata splendida, tantissimi bambini, ottimi risultati, affermazione in campo femminile della nostra squadra… e ancora il supporto tecnico e il sostegno che RP ha dato a questa importante manifestazione. E non è poco!

Quindi non possiamo mancare all’appuntamento.

Contestualmente alla premiazione si svolgeranno anche prove di velocità e staffette per le categorie giovanili. Possono partecipare tutti alle gare o anche solo fare allenamento.

Quindi Sab 28 le possibilità saranno 2:

1- Andare al campo della Farnesina ed effettuare i nostri allenamenti regolarmente

oppure

2- Andare al Bernardini e partecipare alle attività. Anche per gli adulti sarà possibile correre all’interno dell’impianto.

PER POTERCI BENE ORGANIZZARE è PERO’ FONDAMENTALE SAPERE chi parteciperà alle attività del Bernardini. SCRIVETE SUBITO UNA MAIL AD ELEONORA.

Inoltre:

MATERIALE SPORTIVO:
Chi deve ricevere il materiale lo potrà ritirare sicuramente durante la mattinata al Bernardini, ma se necessario faremo in modo anche di portarlo al campo.

CORSA DI MIGUEL:
Tutti gli iscritti alla corsa riceveranno il pettorale sabato mattina: chi verrà al Bernardini lo potrà ritirare direttamente lì, chi andrà al campo della Farnesina dovrà rivolgersi a Davide Capizzi che avrà il resto dei pettorali.

The Wild, the Innocent and the E-street Shuffle

Wild Billy Circus.

Well, the runway lies ahead like a great false dawn
Whoa, Fat Lady, Big Mama, Missy Bimbo sits in her chair and yawns
And the man-beast lies in his cage sniffing popcorn
Yeah, the midget licks his fingers and suffers Missy Bimbo’s scorn
The circus town’s been born.

B.S.

Chissà perché quando vedo I fratelli Dalton mi viene in mente qualcosa a metà tra un film di Sergio Leone e un pezzo di Bruce Springsteen. Poi, quando ci aggiungi Mauro T. er polentone e Angelo S. il Suola e il contest è la Maratonina dei 3 Comuni, non ci sono più dubbi: siamo al Wild Billy Circus.

Eccoci qui, stremati e infreddoliti, ma tuttavia sempre presenti sul pezzo. Sono ormai alla mia settima 3 comuni, mentre per loro è la prima. Vedo entusiasmo e soddisfazione, qualche spiritosaggine frutto dell’abbondante dose di endorfina prodotta fa dire al Suola battute e spoloqui, tra  cui, fatemi ricordare, una vagonata di demenzialità su quanto conforto ha avuto lungo il percorso aver fatto alcuni km con una certa ”Filfona” che presumo sia una strappona filantropa filogeneticamente molto dotata o chissà cosa.

Pensate, i 4 infingardi, aizzati dal polentone, mi hanno accusata di aver preso la scorciatoia, visto che quest’ultimo, dopo aver succhiato le ruote per più di mezza gara, si è fatto sotto con la sottoscritta solo il 16° km.

Comunque, tornando agli aspetti tecnici della gara voi vi chiederete perché Wild Billy Circus. Credo che questo evento sportivo, per quanto impegnativo sotto molti lati, sia la tapascionata per eccellenza, dove ne vedi di cotte e di crude, con una ricchezza in personaggi, dialetti, look, per tutti i gusti. Ti puoi fare qui un’idea delle mode e delle usanze di “tendenza” tra i corridori del centro Italia. Ora la va per la maggiore il calzettone contenitivo per le vene varicose e il manicotto. Noi ci distinguiamo invece per il nostro outfit anacronistico e fuori dagli schemi. Prendiamo Giovanni “Johnny” Dalton, non è forse un uomo di altri tempi, con il suo look pankabbestia e le sue gambette da mediano anni ottanta (vedi Oriali)?

Ma non è (solo) il vestiario che trasfigura l’uomo (o la donna). La 3 comuni è la somarata per eccellenza che ti cambia i connotati. Presa sottogamba o senza la dovuta freschezza ti fa invecchiare di qualche anno. Al termine puoi arrivare veramente cotto. Osservate bene la foto: i meglio messi sembrano Johnny e Francis Dalton, ma se guardate a fondo le borse agli occhi sono valigie, le rughe sono solchi. Ma chi ce lo fa fare? La risposta.

Day after, congresso UISP. Tarda ora e conferma della lista dove è presente la nostra Direttrice. La cosa che mi è piaciuta dell’iniziativa, oltre alla riconferma della nostra “Stacanof Lichtner” che è tutta una garanzia  è l’entusiasmo che traspare nei numerosi interventi, fatti in gran parte da persone “grandi”, anche di età.

Gente che non si è stancata di sostenere gli stessi principi, combattere le stesse battaglie, insistendo a distanza di anni nel tentativo di abbattere quel cavolo di muro rappresentato da burocrazia, politica spicciola, malcostume.  La coerenza è una gran cosa. Mi ritrovo in tanti interventi, e soprattutto nella voglia di crescere ancora, di provare nuove strade senza smettere di percorrere le vecchie. Insieme a questa squadra, a questi elementi a volte un po’ pittoreschi , un po’ wild billy circus style, ma veramente simili a me. Rivedendo i video e le foto relativi alle esperienze di Rebibbia e delle Corri per il Verde mi sento parte di un progetto che è oltre lo sport e questo mi restituisce un profondo senso di appagamento, nonostante la stanchezza accumulata. E’ come percorrere una lunga 3 comuni senza fermarsi. A volte arriva il ristoro ma tu neanche bevi… a volte scambi battute con chi ti corre accanto, ti lasci andare nei pensieri e nei paesaggi, arriva anche la “botta”, la scimmia che ti chiede il conto, ma anche questo è parte della vita e rappresenta un momento di crescita.

Ora ci prepariamo per la prossima prova, quella di correre al meglio la Corsa di Miguel e magari a gridare forte in modo che ci notino, che questa iniziativa non venga oscurata o assimilata a poco più di una banale gara domenicale. Saremo in tanti e ci faremo sentire. Per le strade di Roma.

Runnin’ home to some small Ohio town
Jesus, send some good women to save all your clowns…

Sabato 21 gennaio

Domani, Sabato 21 gennaio, gli allenamenti si svolgeranno regolarmente allo stadio della Farnesina ore 10-11 e 11-12.

Alcune comunicazioni importanti:

  • Materiale sportivo: chi ancora deve ritirare la tuta nuova per i bambini o ragazzi, oppure la maglietta per gli adulti, può inviare una mail ad Ele (oppure usare il modulo di contatto) così la prossima volta porteremo solamente il materiale necessario. Domani alcuni di noi saranno impegnati con il Congresso della Uisp Roma, a cui la nostra società è affiliata, quindi Ele non potrà venire al campo e consegnerà il materiale rimasto la prossima settimana.
  • Corsa di Miguel: chi ancora deve consegnare la quota di iscrizione può darla a Marcella al punto segreteria. Se ci sono altri ragazzi che vogliono partecipare contattate Ele, è ancora possibile aderire. La prossima settimana ci organizzeremo per i vari appuntamenti e la partenza dei 4km.
  • Per eventuali iscrizioni e pagamenti rimandiamo alla prossima settimana.
  • Ricordate di scrivere nome e cognome su magliette e tute (sia sopra che sotto) dei bambini ma anche ragazzi e adulti… sarà così più facile per noi restituirvi tutti i capi dispersi al campo !!

Buon allenamento!

Corsa di Miguel 2017

Il 29 gennaio si svolgerà la diciottesima edizione della Corsa di Miguel, una classica per il podismo romano e per noi di Rifondazione Podistica. La gara, nella sua versione da 10km competitiva è inserita nel Criterium societario, ma si può affrontare anche in modo amatoriale, sulla distanza dei 10 e 4km.

Non trova pace la definizione del percorso. Quest’anno si parte dalla Farnesina, si percorre il lungotevere destro fino al ponte Risorgimento, si risale sulla riva sinistra fino al ponte dell’Olimpico, si arriva fino alla palestra della scherma del foro italico e si conclude nello stadio.

Folta come al solito la compagine rifondarola, potete trovare qui la lista degli iscritti. Per chi non avesse ancora provveduto, la quota di partecipazione si può versare sabato prossimo al campo, oppure quello successivo (28 gennaio) al momento del ritiro dei pacchi gara, sempre alla Farnesina. Mi raccomando, mettetevi in regola con l’iscrizione ad RP (soprattutto i certificati medici), altrimenti non sarà possibile correre la competitiva.

Chi volesse iscriversi alla Corsa di Miguel è ancora in tempo, ma deve farlo individualmente.

Per ogni info, potete chiedere sabato prossimo, sempre allo stadio della Farnesina.

Seguirà comunicazione, un paio di giorni prima della corsa, con le indicazioni per i ritrovi prima della partenza.

Non di sole corse… Buon 2017 a tutti!

Care tutte e cari tutti,

per augurarvi un buon anno ecco foto di rifondarole al bar. Dopo lungo giro al Parco di Aguzzano, con temperature a dir poco polari, the e cappuccini del tutto meritati.

Non di sole corse…

Buon 2017!

Alessandra C. (per le femmine rifondarole).

Il senso della vipera per la neve e per… le botti!

Una doppietta all’insegna del gelo e delle rigide temperature invernali, insolite a queste latitudini. Un meno 10 di Monte Livata (e forse qualche grado in meno nei campi carsici innevati di Campaegli) non hanno però impedito alla solita “banda di matti” di percorrere l’ormai mitico Winter Trail che da qualche anno si disputa sulle montagne dell’appennino sublacense, nelle splendide faggete dei Monti Simbruini.

Andando verso Campo dell’Osso, location della prova del trail, ho vissuto l’aspettativa della gara come un salto nel buio, non tanto per la presenza di neve che poi si è rivelata non eccessivamente alta ma tuttavia poco battuta, quanto per il freddo e il vento, veramente notevole sin dalle basse quote e nocivo per un animale a sangue freddo qual è una Vipera berus.

Tuttavia, come si dice a Roma, è ita. Imbacuccata davvero come la Befana (non per niente trattasi del 7 gennaio), ho corso mezza gara con un losco figuro che poteva sembrare Diabolick, alla fine rivelatosi come Pasquale P., un nostro stimato ex compagno di squadra rifondarolo. All’arrivo, tutti stipati nella casetta di legno del Parco, a bere the bollente, sembrava di essere in una via di mezzo tra il campo base di una spedizione in Alaska e la taverna del primo Star Wars in cui Skywalker e Ben Kenobi  incontrano Han Solo e Chewbecca, peccato manco un cordialino, un vin brulee, un amaro lucano o qualche cicchetto a riscaldare gli animi. Una 3° posizione come donna over… beh lasciamo perdere over cosa, mi ha rinfrancata del clima siberiano e dell’assenza di qualcosa di forte e posso dire di essere tornata a casa contenta e soddisfatta.

Infatti, galvanizzata da ciò che tutto sommato può essere considerata una fantastica esperienza di una certa “estremità”, the day after, mi sono rigettata in maniera del tutto inconsulta in un nuovo trail indetto a scopi benefici, organizzata dalla “Vichinga” e dal nome e dalla location quanto mai bizzarre: La Botte Trail. E voi direte a questo punto che per un’ubriacona come me, non poteva esserci sede migliore, tuttavia, per chi non lo sapesse, La Botte è una piccola e graziosa frazione di Guidonia, posizionata sotto i Monti Lucretili, con una dimensione ancora decisamente agricola, Per cui anche qui alla fine si è andato a the bollente e addio al grappino. Le temperature, circa -3* C, sembravano quelle di un clima primaverile a confronto del giorno prima, quindi la prova, su un terreno asciugato dalle rigide tramontane, si è rivelata una facile e corroborante passeggiata di salute.

Ora vorrei dire ai miei illustri e rosiconi compagni di squadra se questa doppia prova-somarata non merita almeno i 5 punti della mezza farsa natalizia dei Babbi Natali a cui in ogni caso vorrei dedicare questa breve filastrocca dalla rima baciata:

La Befana vien dalla Botte con le scarpe tutte rotte
Per chi la sfotte son tante botte
Per chi ci crede so angurie cotte
Vien dai monti con il gelo e la tramontana
Con il cappello e la bandana
Viva Viva La Befana!

Boohclassic?

Innanzitutto buon anno. Poi, la prima cronaca. Da qualche anno la vipera partecipa (e costringe la figlia a partecipare) alla famosa corsa podistica di San Silvestro a Bolzano, conosciuta come Boclassic. Devo dire che sotto alcuni aspetti questo evento è decisamente funzionale a un vero bagno di umità, cioè, se uno prima pensava di essere una pippa, dopo questa gara, de ppiù. Detto questo, molte sono le cose che rendono questa manifestazione accattivante e meritevole di una partecipazione. Per una compulsiva quale sono ormai è una tappa fissa, da cui poi proseguire per la Val Pusteria, dove spero  di riuscire a fare wash out dalla corsa e cambiare sport (sci nordico) per una settimana. Il risultato? Doppia seduta combinata sci nordico-corsa per poi tornare a casa e al lavoro più cotta che mai. Ma torniamo alla Boclassic. C’è prima una non competitiva, detta charity run a cui partecipano in pochi. Segue la gara amatoriale, poi le categorie giovanili e, infine, le Elite, i campioni mondiali che si esibiscono tra le vetrine delle boutique di Bolzano e le bancarelle dei mercatini di Natale. Ogni giro, tra i vicoli e i viali del capoluogo altoatesino, è pari a 1,250 km da ripetersi più volte. Immaginatevi i doppiaggi! Gli Elite ci impiegano un tempo ridottissimo e ti sbattono in faccia tutta la tua lentezza. Comunque un freddo becco rende necessario correre già con il vestito del veglione, cioè in lungo, cappello, se non passamontagna, doppio guanto, manicotto (vero accessorio del corridore elegante stile Boris)  e maglia termica. Una nota in merito all’organizzazione: ineccepibile. Bagni sempre lustri che ti fan domandare se questi nordici fanno la cacca come noi. Lo spogliatoio, dove hai l’occasione di cambiarti con le atlete etiopi, vere antilopi e gazzelle, perfetto. Pacco gara ricchissimo, con tanto di maglia da maschio o da femmina e con la giusta taglia che puoi scegliere. Negli spogliatoi c’è cordialità, ci si sorride (o sono smorfie di freddo?) e ci si saluta. Quest’anno ho conosciuto Lucia, atleta di Vicenza, che se dovesse leggere questa cronaca, saluto con affetto.

Ma veniamo ai dettagli tecnici. Il percorso è, come già detto, un anello di 1,250 km, nervoso, con curve tra i palazzi del centro di Bolzano, con lievi falsipiani e fondo in asfalto e in sampietrini, da ripetersi per 4 volte. La parte più dura della gara è il riscaldamento, che in questo caso è solo un modo di dire, dato che per quanto corri non riuscirai mai e poi mai a scaldarti e visto che di solito siamo a -4, se va bene. Quest’anno, un poco di sole che tende velocemente a sparire dietro le montagne, ci regala qualche grado in più, ma tanto che importa? Al via non senti più niente, anzi il fatto di essere sull’orlo del congelamento ti anestetizza il cervello: sono 5 km in apnea, quasi indolori . Sento gli altoatesini  ai lati della strada che fanno il tifo: op, op, op! Sono di certo la più terrona dei partecipanti, neanche un toscano o un marchigiano. Completo comunque la mia gara sotto i 25 minuti. Poi tocca a Lara. Incavolata per il freddo e la levataccia e imbacuccata dalla testa ai piedi si butta tra la mischia e alla fine porta anche lei al traguardo i colori rifondaroli.

Proseguiamo il nostro viaggio verso la Val Pusteria. E’ tutto così graziosamente verde, con le piste innevate artificialmente, come strade bianche tra i prati dalle graminacee ingiallite. I boschi di abeti e larici invitano a rotolartici in mezzo, tra i cespugli di mirtilli, gli aghi di larice e il soffice muschio. Mentre corro lungo i sentieri penso che sarebbe bello organizzare una trasferta societaria quassù, intanto il lago ghiacciato mi scricchiola sotto i piedi e rischio di caderci dentro… qui nella natura ritrovo me stessa e i cronometri, le categorie e le posizioni lasciano il tempo che trovano come è giusto che sia.

A un certo punto mi aspetto quasi di incontrare gnomi e folletti, durante le mie uscite di corsa e di sci di fondo. Di cose insolite qui se ne vedono tante e ogni uscita è una scoperta, un incontro, un qualcosa che incuriosisce. Anche i depuratori sembrano disegnati dagli architetti, per non parlare dei bagni chimici, gioia e orrore di ogni corridore che si rispetti. Ad esempio, alla fine della seduta di sci di questo pomeriggio ho visto una struttura prefabbricata con sopra questi simboli (vedi foto qui sotto): chi di voi sa dirmi di cosa si tratta?

Glῢckliches neues Jahr an alle Laufenden Refoundina!