Il quadro di Escher

In modo analogo ai quadri del celebre pittore olandese, Maurits Cornelis Escher, si snoda il paradossale percorso della Corri Castelnuovo.

Una gara in apparenza tutta in discesa ma in realtà un groviglio di saliscendi che ben ci fa pagare quella velocità della spinta dovuta al dislivello negativo che c’è tra il paese e la via Tiberina.

Tuttavia mi impegno a fondo in questa prova di 9,7 km circa, preludio della Maratona a Staffetta prevista per sabato prossimo, dove, da aspirante a prima squadra verrò sicuramente (e a buon ragione) collocata dal buon capitano Ugo nella seconda o terza, in quella degli atleti mezzi rotti, ma, attenzione, dalle mille sorprese (state accuorti!), perché la candidatura della Bizzarri, ritengo sia da considerare obiettivamente come un’occasione e un elemento di pregio da valorizzare e da porre come testa di serie delle donne rifondarole.

C’è da dire che durante questa gara, dal profilo collinare costituito dai depositi vulcanici (piroclastici) impostati sui litotipi di ambiente marino (siamo infatti poco distanti dai celebri affioramenti fossiliferi di Riano), posso respirare un’aria familiare, in quanto sono vicinissima al centro della Protezione Civile di Castelnuovo di Porto, regno indiscusso del maestro Jota Enzo e terra di mezzo dove, in un ventaglio di casistica umana altamente svantaggiata (prostitute, rifugiati, vittime del disagio socio economico del nostro pianeta),  ma anche tra i voli di garzette e aironi cenerini, spesso con la Stefania Pacca ci alleniamo da anni, personalmente a volte con la consapevolezza di essere una privilegiata che può permettersi di pensare allo sport, all’ecologia, alla cultura, alla vita sana quando tanti lottano o fanno un lavoro di m. per un tozzo di pane o stanno sfuggendo a guerre e carestie.

Ma torniamo al futile: nel corso della gara le gambe diciamo che rispondono. Fatto sta che mi ritrovo, all’arrivo in una specie di sandwich tra due atlete della podistica Casalotti che mi fanno vedere i sorci verdi.

Ad ogni modo la salamella (che tanto non mangerò) è garantita. Ho spinto un bel po’ per arrivare 5° assoluta e infatti, a fine gara sono davvero cotta. Mi riconsola questa bella foto con il pupillo Antonio e il vincitore Yahya che denota il mio stato di prostrazione finale.

Ad ogni modo, per sabato, nella Maratona a Staffetta,  spero una nutrita partecipazione dei rifondaroli, con sfide interne, sfottimenti e provocazioni che possano essere ricordati come i più esaltanti del ventennio rifondarolo, da qualche giorno giunto a compimento,  a breve da celebrare in modo adeguato.

Quindi che dire? Scusate ma quando ce vò ce vò: chi si estrania dalla lotta….

Il quadro di Escher