San Michele (ovvero uno dei miei perché per le gare su strada)

San Michele è l’Arcangelo protettore di Monterotondo Scalo, un borgo fondato da emigranti lungo la via Salaria, patria acquisita di due carichi da 11 come Maestro Enzo-Jota e di Lord Nothing, per non parlare dell’icona gay Boris (un tempo assiduo cronista ufficiale delle vicende rifondarole) e, tanto per rimanere in tema biblico, del figliol prodigo Vastinho.

Ora al posto delle fornaci che per anni e anni hanno cotto mattoni fabbricati con il fango del limaccioso fiume Tevere, sorgono zone abitative e commerciali di dubbio valore urbanistico ma dalla posizione strategica, al lato della ferrovia Fiumicino-Orte.

La Maratonina omonima viene disputata a fine settembre e ci vede coinvolti in massa, qui nell’interland del Nord Ovest, in pieno confronto agonistico tra soliti noti. Il corridore di Roma abituato a correre tra ville, parchi, e manifestazioni affollate tipo Roma Urbs Mundi non è avvezzo a queste scaramucce tra paesani, non conoscerà mai l’onta appannaggio del burino sabino bastonato sulla salaria dal vicino di casa, oppure come è successo a me dal papà di un mio alunno o dalla mamma di un giovane atleta del settore giovanile, ma tant’è. Ciò nonostante come sempre noi rifondaroli, in questo caso rappresentati dalla sottoscritta Vipera berus e da Lord Nothing,  diamo il meglio di noi e arriviamo pure al premio di categoria e alla caciotta del terzo posto sul podio.

Ma come direbbe De Andrè, non è né la rosa né il tulipano a impreziosire questa calda mattina di settembre, lungo la via Salaria che porta a Rieti, ma quell’incontro casuale a fine gara, che spesso ti capita nell’ambito di questi scarni e genuini eventi sportivi rappresentati dalle corse su strada. Mentre ancora vaghi a braghe corte, tra il defaticamento e il ritorno alla macchina, con un aspetto che non fa certo pensare a un bel fiore di campo, entri in contatto con realtà e situazioni a volte paradossali. … Questi incontri ti regalano spesso aneddoti o spunti di riflessione se non perle di saggezza sul senso della vita e su ciò che siamo.

Stavolta è una piccola signora anziana, come tante altre, con quella vestaglietta che mia madre avrebbe detto “color frittata di zucchine”. Mi si avvicina, con un piccolo orologio senza valore (per la maggior parte della gente) nel palmo della mano e me lo propone in cambio di qualche spicciolo per mangiare perché la pensione arriverà la prossima settimana e i soldi sono già finiti da un pezzo…

Che dire? Quali sentimenti? Tristezza? Rabbia? O solo una malinconica constatazione che in questa società c’è molta più dignità e coraggio a chiedere qualche spicciolo per strada per sbarcare il lunario che a percepire stipendi  o pensioni milionarie e  a godere di privilegi e benefici a scatafascio?

Meditate gente, meditate…

caciotta-in-testa
La Vipera medita con la caciotta in testa.