A zappà l’orto del vicino…

… o arubbà a casa de ladri, l’erba der vicino… insomma idee confuse su proverbi per dire che questa domenica, a snobbo di trasferte signorili e blasonate come la Pilastrissima o la Rome by night, vado a caccia di vittorie casarecce alla festa della DC a Poggio Mirteto Scalo, nel cuore della Sabina, antico feudo di tante signore somare, tra cui la cara commilitona Stefania Pacca, attualmente in stand-by da nausea agonistica. In verità la Festa della Sacra Famiglia non credo sia la stessa festa politica democristiana dell’Amicizia di una volta (roba da pazzi ma anche quelle tocca rimpiangersi…). Comunque la presenza di un nobile Tognalini fa da garante che l’incasso verrà devoluto alle vittime del Terremoto; questo mi basta e mi rasserena di non essere come al mio solito nel momento e nel posto sbagliato. Una gara ben organizzata e una vittoria facile dietro l’angolo di casa per tamponare l’amara bastonata che giungerà in capo alla sottoscritta di qui a poco, in casa, da parte della tiratissima Marcella,  sfoderante sorrisi e cesti e, a detta della Direttrice, un fisico in grande spolvero estivo, pronta a rompermi le ossa quanto basta per vincere il criterium e non dico altro.

Comunque è stato pur bello correre nell’ampio sterrato che costeggia la sinistra orografica del biondo Tevere, in questo tratto ancora azzurrognolo o verdognolo, secondo i differenti modi di percepire le diverse sfumature algali tra nutrie e pantecane… ed è sempre un piacere stringere all’arrivo la dolce, cara e secaligna Paola Cenni (vedi foto), giunta alla sua 131° maratona (siii, 42 km e rotti). Ormai non si ricorda neanche più dove e quando  dovrà correre la prossima, ne ha già in programma 3 o 4, se ho ben capito.

A fine gara mi commuovo davanti alla banda del paese. Mi fa sempre questo effetto, forse perché uno dei pochi ricordi che ho di mio padre da giovane è che suonava come clarinettista nella banda di Lisciano, paese alla base del Terminillo. Ormai, calata la notte, rischio di pernottare alla Stazione di  Poggio Mirteto a causa di una macchina che mi blocca l’uscita e un cancello chiuso con su scritto “proprietà privata divieto d’accesso”. Bella forza, sono arrivata 30 secondi prima del via e ho parcheggiato nel primo buco che ho visto… comunque, mentre tutti mangiano alla festa, pizze e delizie di ogni genere e cerco disperatamente il proprietario di una 500 bianca (e poi mi esce fuori ‘sto gigante di due metri, pure presidente della festa). Trovatolo e ringraziatolo della comprensione, mi avvio verso casa senza lonzini né caciotte, né fiaschi di vino, né coppiette, ma con una fame atavica da contorcere le budella! Però questa volta, a saziare la fame dello spirito, arriva un premio adeguato al mio “alto” lignaggio e nobiltà di animo: un bellissimo acquerello di un autore locale che mi inorgoglisce e che forse potrò appendere nel salotto di Villa Villacolle! Al Graforibelle Andy War un giudizio tecnico e l’ardua sentenza sul dipinto!

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Padre Jacopo

Metti una mattina di mezzo agosto… una gran fiacca alla mattina che non andresti neanche dal letto al bagno, e invece alla guida della mia Berlingo mezza camperizzata, traverso, in preda al sonno, un paio di strade consolari per Castel S. Pietro Romano. Sembra un paesino dove finisce la strada, di un bianco abbagliante per la roccia calcarea su cui è arroccato e i muri candidi delle case. Qualche sparuto corridore si riscalda lungo i saliscendi dei vicoli, ma girato l’angolo c’è l’orda dei corridori incalliti, che ti scovano garette anche a casa del diavolo, pur di riportare a casa quel consolatorio pacco gara e fare il pieno di endorfine e magari qualche misero premio di categoria.

Ma questo è il posto dell’acqua santa. Il Santuario della Mentorella e il Sentiero di Karol Wojtila è a due passi. E infatti, prima della partenza un giovane e bel frate si posiziona davanti all’arco e ci da la benedizione (o l’estrema unzione, secondo i punti di vista). Si tratta di Padre Jacopo, viene da un convento appena sotto al paese. Si mormora che è conosciuto come atleta del posto e in genere ha corso le edizioni precedenti ma che in questo caso deve limitarsi ad officiare la sua professione e missione al momento del via.

All’arrivo, dopo aver faticosamente acchiappato il 5° posto in un percorso senza pianure, avvicino l’uomo in saio che mi ricorda inequivocabilmente Obi Uan Kenobi da giovane, incuriosita dal suo probabile alternare i pantaloncini alla tonaca. Gentilmente si presenta e mi racconta della sua passione per la corsa ma che al momento, per un piccolo risentimento muscolare lo ha fatto rinunciare alla gara che lo vede giocare in casa. Io prontamente gli chiedo per chi corre e se forse è intenzionato a cambiare squadra. Un Frate a noi manca proprio e una benedizione ogni tanto non farebbe certo male! Purtroppo per ora non ha intenzione di mollare la sua piccola squadra locale, ma forse un giorno… già me lo figuro con la nostra casacca sociale a benedire la squadra di cross lungo durante le fasi di qualificazione, chissà… forse riusciremmo il quel caso a passarle e a sognare di nuovo, da poveri vecchierelli, la tanto agognata finale!

Lord Nothing and Lady Snake at the Court of the Crimson King

Che a dire il vero non era poi così rosso cremisi, anzi, il Race Director della Regents Park Races Summer 10K Series, a differenza del nostro buon Felice Petroni style in Rieti Runners Tour, sembrava piuttosto Black. Un tal Pietro, originario di Amalfi, ci ha accolti con un “grazioso” (so cuteee) saluto fascista e ha intonato le note di “Giovinezza” in nostro onore. Nulla ( e Nulli) ha valso il richiamo alla casacca sociale, il mio “Hasta la victoria”, l’affermazione di essere l’ultima comunista della terra, infine il nostro implorare pietà (trattavasi di persona piuttosto anziana che non lasciava margine per un’azione “terapeutica”, con trattamento di “partenza di capoccia”). Alla nostra evidente repulsione in merito a tali festeggiamenti, ha cominciato con Berlusconi, già… era veramente hopeless.

A parte gli scherzi, spero vivamente stesse scherzando, il solito English Humour, ho pensato, quindi tiramme ‘nnanze e bbona l’è (ho un poco di confusione linguistica, ultimamente che per una vipera, avere problemi con le lingue non è bello).

Comunque , passiamo alla gara.

Premetto che la settimana precedente alla gara londinese,  sia Lara che io abbiamo avuto modo di saggiare l’impeto britannico nella corsa, alla Fun Run e al Tywardreath Trotter, in quei di Cornovaglia, dove Lara tra mille improperi a mio carico si è cimentata in un miglio di corsa mentre la sottoscritta ha corso in una 7 Miglia da veri cinghiali. E le donne che cignale! Finalmente in una gara di 300 persone qui quasi la metà erano donne di ogni età, per fortuna alcune andavano piano ma parecchie su quel saliscendi limaccioso cornovagliese mi hanno fatto vedere i sorci verdi e soprattutto dopo niente salami, lonzette, caciotte, ecc.

All’arrivo a Londra abbiamo incontrato i Nulli al completo, per l’occasione Lord Nothing and Family, con Lady Primrose, il Principe di Galles James e la Principessina Alice nel paese delle Meraviglie.

Da allora si è scatenata una guerra interattiva sul web con i Tortoliani, un popolo italico dalle misteriose origini, che noi, invasati dalla Saga della J. K. Rowling, abbiamo cominciato a vedere come la reincarnazione dei personaggi del celebre Herry Potter (ultimo prodotto della cultura extracomunitaria Inglese).

Innanzitutto Novaroldemort, assetato di potere e di salamelle, con cui ama adornarsi il corpo e la mente. Poi la sua fedele compagna Marcellatrix Black, abile alchimista e incredibile trasformista atletica, capace di passare dal salto in alto al 10.000 m come niente. Braccio destro e sinistro del misterioso tu-sai-chi, Lucidus Malfoy, detto anche lo “strizzacervelli” e il “Blonde Draco Malfoy”, conosciuto in quanto Drago in Cina come perfido Sol-Li-Mi-Nì, famigerato nel settore della sperimentazione sui Bestioline come Grifoni, Fenici, ecc… Ma il più inquietante sembra essere Severus Fabius Boa-tton costrictor, ormai totalmente dedito alla causa di tu-sai-chi in preparazione alla rivalsa dei Babbi Natali, guerrafondai a caccia di punti criterium a tutti i costi.

In stretto contatto telepatico, il Nerd’s King Richard Pumpkin, normalmente Remus Lupin, quando trasformato in lupo e non in zucca, pascolava nei verdi alpeggi a caccia di cervi e a debita distanza, mentre Sirius Black, sotto le mentite spoglie di un certo Ugus Star Wars, mandava messaggi subliminari a macchia di leopardo da ogni dove nell’universo in sincronia con il solito Pierluke Skywalker, richiamando a loro gli adepti, dal lato oscuro e da quello buono dello sforzo.

Da Kitira il Preside Gabrielus Silente, si asteneva da qualunque commento, così come la Direttrice Minerva McLichtner staccava letteralmente i contatti.

Insomma la guerra a distanza si è scatenata, mandando nell’etere, anzi nel WWW, foto di corse, allunghi, podi, brindisi, magnate e quant’altro. Gli “inglesi” tentavano di richiamare il gruppo su temi più “seri” quali corse lungo Hyde Park o nei Kensington Gardens, con maratonde sotto la statua di Peter Pan, allunghi a Buckingham Palace e sul Tower Bridge, mentre “certuni/e” mandavano volgarissime foto di  dubbi cefali neanche tanto freschi, frutti di improbabili vittorie, spacciati per lonzini di porcu sardo…

Comunque la gara a Regents Park ci ha resi orgogliosi della nostra “italianità”… Lord Nothing 21° assoluto e primo di categoria mentre Lady Skin of Snake (ormai c’è rimasta solo quella), 9° assoluta e 2° di cat. (eterna seconda…). Niente premi in natura ma come disse De Andrè; tutto finisce in Gloria: due medaglie bordate di verde glitterato con al centro scritto “Finished”. Che vorrà dire? Finito/a? Chi? In che senso? Bohhhhh!!!